Alla vigilia del triduo pasquale, la Delegazione di Chieti, guidata dal Delegato Nicola D'Auria, torna alle origini della tavola della festa religiosa di primavera per eccellenza. Grazie alla cura del vice Presidente vicario e Delegato onorario Mimmo D'Alessio, Simposiarca d'eccezione, e alla dotta consulenza e all'accompagnamento in corso di conviviale di don Claudio Pellegrini, arciprete parroco della parrocchia della SS. Trinità a Chieti, è stata proposta la cena giudaica prescritta dal libro dell'Esodo per la celebrazione della Pasqua ebraica, con una piccola integrazione di tipicità abruzzese che ha dato alla serata una gioiosa intonazione locale. I piatti serviti, realizzati magistralmente da Patrizia Marinucci, cuoca e proprietaria del "Capsicum", in pieno centro storico, hanno scandito le tappe del menu che fu anche alla base dell'ultima cena di Gesù prima della passione. Gli azzimi tradizionali, accompagnati dalle erbe amare e dall'agnello cotto rigorosamente sulla brace, come prescrivono le norme kosher, si sono accompagnati ad altri piatti della tradizione giudaica, ma che non fanno parte strettamente della cena pasquale, come il carciofo alla giudìa o l'uovo sodo, che ha una forte simbologia religiosa. Come segni abruzzesi tipici della Settimana Santa, il baccalà in pastella, la pizza scima, simile al pane azzimo ma che prevede in aggiunta sale e olio di oliva e il vino Montepulciano. In chiusura del convivio di grande interesse culturale e di gusto particolarmente curioso, si sono esibiti i cantori della "Passione" con i canti tipici abruzzesi dedicati alle ultime ore di Cristo.